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“Kaki Tree Project – La rinascita del tempo”

Progetto artistico attraverso il quale le persone possono apprendere l’importanza della pace e della vita.

Nel 1945, a Nagasaki, un albero di cachi sopravvisse miracolosamente al bombardamento atomico. Noi consegniamo ai bambini di tutto il mondo le pianticelle di “seconda generazione dell’albero di cachi sopravvissuto al bombardamento atomico” nate da quella pianta madre, chiedendo loro di allevarle producendo, al tempo stesso, espressioni artistiche che abbiano come tema l’albero di cachi. Nell’Arte risiede la capacità di immaginare il dolore altrui, la forza di creare un mondo nuovo. Essa, inoltre, travalica Paesi, religioni, razze e lingue, rendendo possibile sentimenti di condivisione. Stiamo continuando a portare avanti questo Progetto in tutto il mondo da 20 anni, piantando il seme dell’Arte, il seme della Pace, nel cuore dei 30.000 bambini che complessivamente vi hanno preso parte.


Masayuki Ebinuma

               Il 9 agosto 1945 una bomba atomica fu sganciata su Nagasaki. Le intense radiazioni e la forza d’urto dell’esplosione dell’ordigno uccisero migliaia di persone, riducendo completamente in cenere la città. Ciononostante, ci fu un albero di cachi che miracolosamente riuscì a sopravvivere anche se bruciato per metà.

                            Nel 1994, a distanza di quasi cinquant’anni, Masayuki Ebinuma, un arboricoltore residente a Nagasaki, iniziò a curare il fragile albero di cachi e riuscì a farlo riprendere fino al punto da ottenere delle pianticelle di seconda generazione dell’albero sopravvissuto al bombardamento atomico e cominciò a distribuire quelle pianticelle ai bambini che si recavano in visita a Nagasaki, come simbolo di pace.

               L’artista contemporaneo Tatsuo Miyajima ne venne a conoscenza e decise di esporre le pianticelle ad una mostra d’arte nel 1995 per sostenere l’iniziativa di Masayuki Ebinuma. Iniziò quindi a cercare dei genitori adottivi per le piantine dando origine al progetto artistico “Kaki Tree Project – La rinascita del tempo” .

Nell’anno seguente, nel 1996, una pianticella di “seconda generazione dell’albero di cachi sopravvissuto al bombardamento atomico” fu piantata presso l’ex Scuola Elementare Ryuhoku, andando a costituire la prima piantumazione. 

               La presenza delle seconde generazioni dell’ albero di cachi sopravvissuto al bombardamento atomico si è estesa a tutto il mondo: finora sono 250 le località che hanno ospitato il progetto, situate  23 Paesi, tra cui Italia, America, Francia, Inghilterra, Iugoslavia, Svizzera, Repubblica del Mali, Corea del Sud. Nello specifico in Italia sono state eseguite oltre 90 piantumazioni rendendolo il Paese al mondo con il maggior numero di piantumazioni dopo il Giappone.

               E’ nostra intenzione, dopo questa prima iniziativa, coinvolgere nei prossimi anni tutte le Associazioni bergamasche che sul territorio agiscono sul tema della pace, per incrementare la pratica della piantumazione, coinvolgendo e sensibilizzando in tal modo settori sempre più ampi di popolazione. Ogni anno sul  territorio bresciano (già 47 piantumazioni eseguite da 47 realtà diverse) migliaia di cittadini piantumano o partecipano a cerimonie di anniversari delle piantumazioni dove si ricordano le tragedie di Hiroschima e Nagasaki e ci si mobilita  sul tema della pace.


Hikmet : la bambina di Hiroshima

Nazim Hikmet

“Apritemi sono io…
busso alla porta di tutte le scale
ma nessuno mi vede
perché i bambini morti nessuno riesce a vederli.
Sono di Hiroshima e là sono morta
tanti anni fa. Tanti anni passeranno.
Ne avevo sette, allora:
anche adesso ne ho sette perché i bambini morti non
diventano grandi.
Avevo dei lucidi capelli, il fuoco li ha strinati,
avevo dei begli occhi limpidi, il fuoco li ha fatti di vetro.
Un pugno di cenere, quella sono io
poi il vento ha disperso anche la cenere.
Apritemi; vi prego non per me
perché a me non occorre né il pane né il riso:
non chiedo neanche lo zucchero, io:
a un bambino bruciato come una foglia secca non serve.
Per piacere mettete una firma,
per favore, uomini di tutta la terra
firmate, vi prego, perché il fuoco non bruci i bambini
e possano sempre mangiare lo zucchero.”